Non c'è una regola precisa su quando un bimbo comincia a parlare. Ogni bambino
ha i suoi tempi e mentre alcuni bimbi a soli 12 mesi hanno
un linguaggio abbastanza comprensibile, ce ne sono altri che a tre anni a stento pronunciano qualche parolina. Questo non significa che il bimbo sia affetto da qualche
ritardo mentale e le mamme non devono farne un dramma. Già dai primi mesi di vita, è importante che i piccoli siano sollecitati dalla mamma che deve parlare con loro, rivolgergli delle domande, raccontare fiabe o semplicemente cantare una canzoncina. Anche se sembra che i bimbi non apprendano, è bene ricordare che invece
sono delle vere e proprie 'spugne' ed immagazzinano tutte le paroline per tirarle fuori
al momento opportuno. A sei mesi di vita, i piccoli fanno una specie di
discorsi incomprensibili ma mirati a comunicare anche se a modo loro. Compiuto l'anno di vita, i bimbi arricchiscono il loro vocabolario e pronunciano
alcune paroline intese a classificare un oggetto o un bisogno e spesso li comprende solo la mamma. A
18 mesi, i piccoli si esprimono con il loro bagaglio di parole ma pronunciano bene almeno
una decina di vocaboli. Compiuti i
2 anni, i bambini si esprimono con alcune frasi semplici ma di senso compiuto. Dai
3 ai 5 anni di età, il bambino acquisisce una gran quantità di parole e più andrà avanti con l'età, più riuscirà ad esprimersi meglio. Quando il bimbo parla in ritardo, molti genitori hanno paura che ci sia qualche grave
problema fonologico ma il più delle volte, si tratta solo di
pigrizia. Uno specialista sarà in grado di affermare se il ritardo del linguaggio sia sintomo di
deficienza cognitiva.