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Amniocentesi: diagnosi prenatale per la salute del bambino

 
Amniocentesi è un esame diagnostico prenatale diretto ad analizzare la mappa cromosomica del nascituro al fine di conoscere l’eventuale esistenza di malattie o malformazioni. E’ una procedura che attraverso il prelievo di liquido amniotico dalla cavità uterina, tramite una puntura trans-addominale guidata dall’ecografo, permette di conoscere la salute del feto e rilevare anomalie cromosomiche, come ad esempio la sindrome di Down detta anche trisomia 21 o la presenza di disturbi del sesso, malattie metaboliche o legate allo sviluppo. L’esito si conosce entro venti giorni. Esistono due tipi di amniocentesi quella precoce effettuata tra la sedicesima e la diciottesima settimana di gestazione e quella tardiva eseguita dopo la ventesima settimana. Entrambe sono quasi indolore, arrecano solo qualche fastidio alla madre ma sono prive di rischi per il bambino. Nei due giorni successivi l'esame è necessario che la donna faccia riposo e in caso di perdite anomale vada subito da un medico. L'amniocentesi viene in genere consigliata dal ginecoloco a donne con un'età superiore ai trentacinque anni, in caso di malattie infettive, di alterazioni del feto diagnosticate con l'ecografia e quando vi sono storie familiari di malattie ereditarie o genetiche. Ha un costo che si aggira tra i mille e i due mila euro, presso le strutture private. Mentre negli ospedali pubblici è gratuita per donne sopra i 35 anni o qualora vengano rilevati problemi durante la gestazione o con l’ecografia e per coloro che hanno altri figli o familiari affetti da malattie genetiche. Negli altri casi è richiesto il pagamento di un ticket sanitario.
 
 
 
 

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