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Parto: i falsi miti delle prime 24 ore

 
Quante volte abbiamo ricevuto messaggi da parenti ed amici "mamma e papà scoppiano di amore per l'arrivo del loro angelo"; la dura verità è che quello che è scoppiato è tutt'altra cosa e le prime 24 ore dopo il parto assomigliano ad un celestiale inferno, soprattutto per la sfiancata neo mamma. Nel migliore dei casi, dopo un veloce parto naturale, la mamma giace nel letto, con i capelli appiccicati ed indossando un pannolone molto fashion ed alquanto umiliante. Se il travaglio è stato del tipo maratona (30 ore per la vita di tuo figlio) la mamma giace, sempre nel suddetto letto, oltre che "pannolinata" e sudata con un mostruoso arretrato di sonno e ringrazia segretamente che ci sia una nursery nella quale "parcheggiare" il neonato ed affidarlo alle amorevoli cure delle esperte puericultrici. Nel peggiore dei casi arrivano le amiche "emorroidi" e la mamma oltre agli optional sopra citati, non giace, ma si ritrova seduta sull'ultimo modello di "ciambella" ed oltre a portare a casa il proprio angelo porta a casa anche le amichette del piano inferiore. In tutti i casi ci sono gli adorabili punti che ci ricordano della battaglia che si è combattuta qualche ora prima in sala parto. Tutt'altra esperienza è il taglio cesareo, che può sembrare meno traumatico del parto naturale, ma in realtà lascia a giacere nel letto neo mamme rincoglionite che, una volta passato l'effetto dell'anestesia, sperimentano le gioie della ferita oltre ai patimenti della fame. E che dire di quel macigno chiamato "senso di responsabilità" che inevitabilmente ti crolla addosso al primo vagito e che, nelle prime 24 ore dopo il parto, ti fa dubitare di poter assicurare la sopravvivenza a quel piccolo esserino indifeso. Allora saranno i papà a scoppiare d'amore? Certo, i papà sono scoppiati; infatti si aggirano come ebeti sorridenti rispondendo a tutti "E' bellissimo, qui va tutto bene !".
 
 
 
 

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