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Il test della vista per i più piccoli

 
In questi ultimi anni vengono promossi sempre maggiori controlli della vista diretti anche a bambini in tenera età. Nuove tecnologie e strumentazioni ottiche hanno infatti consentito di semplificare parecchio gli screening e i test visivi. A conferma di questo fatto, per esempio, va detto che soprattutto grazie all'automatizzazione di alcuni test, oggi è possibile scoprire alcuni problemi della vista in piccoli che non sono ancora in grado di leggere. Nuove linee guida per il controllo della vista provenienti dagli Stati Uniti, suggeriscono di usare screening con criteri differenziati per bambini fino a 36 mesi e per quelli che, al contrario, superano questa età. Per indagare la vista dei piccolissimi, per esempio, ci si può basare sull'esame della luce riflessa dalla retina. La tecnica di indagine viene eseguita con una strumentazione completamente non invasiva e che non richiede la partecipazione attiva del paziente, impossibile in piccoli che hanno solo pochi mesi. Il metodo non è infallibile ma, tenendo conto che difficilmente dà falsi negativi, rimane un ottimo test per evidenziare alcune patologie oculistiche in bambini non ancora in grado di collaborare con il medico. Dai 3 anni in su, invece, è possibile iniziare a utilizzare le classiche tavole ottotipiche, magari abbinate all'autorefrattometro, strumento che serve a misurare la capacità refrattiva dell'occhio. I bambini affetti da problemi e patologie visive sono in una percentuale che oscilla tra il 4% e il 6%, quindi è importante far esaminare i piccoli entro i tempi giusti. Questa tempestività d'azione può fare la differenza e permettere di ristabilire una corretta funzione visiva e di trattare patologie anche gravi.
 
 
 
 

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