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Fobia sociale o timidezza? Come riconoscere i blocchi psicologici

 
Che i bambini, soprattutto nell'età prescolare e scolare, possano essere timidi è noto. Quello che però non tutti sanno è che talvolta quella che a una prima occhiata sembrerebbe timidezza diventa in realtà un vero e proprio campanello d'allarme per situazioni più o meno patologiche che vanno risolte attraverso il ricorso ad uno specialista del settore: anche i più piccoli, infatti, possono soffrire di stati d'ansia, che viene spesso tradita proprio dalla fobia sociale e dal timore di socializzare. Purtroppo, infatti, l'età non è un deterrente per determinati disturbi, che possono invece trovare sponda in contesti familiari particolari, primo fra tutti la presenza di genitori separati, o anche situazioni familiari in cui padre, madre o entrambi sono assenti da casa per ragioni lavorative. Ma quali sono i segnali che devono indurre un genitore a preoccuparsi e a sottoporre il problema al pediatra? Primo possibile segnale allarmante, è quello della fobia del bambino delle situazioni collettive, come la scuola, ad esempio: bimbi che continuano dopo mesi dall'inizio della scuola a piangere al momento del distacco potrebbero celare traumi relativi alla scuola stessa, oppure vera e propria sindrome da abbandono, che possono sfogare anche con ripetuti mal di testa o mal di pancia. Sono inoltre da tenere con attenzione sotto controllo i bimbi che rifuggono da momenti di condivisione con gli altri bambini, rifugiandosi in giochi solitari: il rifiuto di momenti di gioco e di divertimento è forse tra tutti il segnale più indicativo per insospettirsi e decidere di interpellare il proprio pediatra di fiducia.
 
 
 
 

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