Stando ai dati del Ministero della Sanità, il numero dei
bambini che soffrono di
allergie alimentari è in costante aumento in tutte le regioni d'Italia. Le
allergie alimentari, infatti, interesserebbero il 2-3% dei bambini sotto i tre anni, l'1-3% di quelli in età scolare e prescolare e l'1% degli adolescenti in generale. Dunque appare evidente che la fascia di età più interessata sia proprio quella dei piccoli, ovvero i bambini che frequentano
asili nido,
scuole materne e
scuole elementari, istituti che quasi sempre sono dotati di mense scolastiche dove i bambini mangiano tutti assieme quello che è previsto in un menù fisso. Cosa devono fare dunque i genitori di bambini che presentano una qualche forma di allergia? Ancora oggi, nonostante la crescente
sensibilizzazione al problema da parte dell'opinione pubblica, ci sono molte
resistenze da parte degli istituti ad
accettare i bambini allergici e i loro alimenti. La resistenza deriva dalla
paura che possa accadere qualcosa, e tale paura può essere affrontata solo con una
corretta informazione; i primi a essere informati dell'argomento devono essere gli insegnanti e tutto il personale scolastico, che deve essere in grado di mettere a proprio agio il bambino che spesso si sente non accettato, diverso da tutti gli altri bambini della sua età. La famiglia deve inoltre affrontare notevoli
problemi economici, dovuti principalmente all'acquisto di cibi alternativi, che il personale in mensa dovrebbe essere in grado di cucinare in maniera sempre diversa e fantasiosa, per
evitare menù ripetitivi che fanno sentire
i bimbi allergici ancora più diversi dagli altri.