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Quando il papà diventa "mammo"

 
Cambiano i tempi e cambiano i ruoli. La società si evolve e le imposizioni ancestrali si modificano sensibilmente. Le donne, una volta relegate ai ruoli domestici e familiari, sono gradualmente uscite di casa per affrontare sfide ed incarichi sempre più prestigiosi. Gli uomini, spesso schiacciati dalla crisi economica e dall'avanzamento del lavoro femminile, restano senza lavoro ed iniziano a trascorrere molto più tempo fra le pareti domestiche, prendendosi cura della prole. Talvolta, inoltre, tale condizione non è necessariamente legata ad un'imposizione della società, ma risulta essere una scelta consapevole e motivata dell'uomo che decide, in tutta autonomia, di dedicarsi alla cura dei propri figli ed alla loro educazione seguendoli nella vita di tutti i giorni e nel rendimento scolastico. Tali situazioni sono quelle in cui l'uomo viene definito "mammo", ovvero quando il papà prende il ruolo destinato per natura alla mamma, in caso di una sua assenza definitiva (morte o allontanamento) o temporanea, legata essenzialmente agli impegni di lavoro. In queste situazioni le polarità della coppia si invertono definitivamente, collocando i soggetti alle due estremità opposte e costringendoli a rivestire ruoli non pertinenti alla loro natura. In questi casi l'uomo tende a perdere la sua natura ed identità sessuale, non attirando più la donna per le sue peculiarità fisiche, ma per la sua motivazione familiare. Gli uomini rischiano, quindi, di perdere le attenzioni del mondo femminile e di isolarsi nell'ambiente casalingo. In questi casi è bene ridefinire il proprio ruolo, senza rinunciare alla vita familiare, ma riuscendo a conciliarla con tutti gli aspetti della vita sociale e di relazione, non tralasciando la propria personalità e le proprie necessità maschili.
 
 
 
 

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