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Posizione podalica? Non rinunciare al parto naturale

 
Si definisce posizione podalica quella in cui il feto si presenta in una posizione definita non idonea per il prato naturale: quella cioè con i piedi rivolti verso il canale vaginale. In questi casi molto spesso l'unica soluzione è il parto cesareo; la discriminante è il peso del feto: se supera i tre chili e ottocento grammi infatti, questo tipo di parto è l'unica strada possibile per evitare rischi sia per la madre che per il bambino. Ci sono invece delle soluzioni alternative per avere un parto naturale anche in questa condizione di partenza: tutti questi metodi sono volti a far girare feto, risportandolo così alla posizione cefalica, quella idonea al parto naturale. Esiste innanzitutto una tecnica di manipolazione esterna (RME) che, grazie a pressioni in punti specifici della pancia,  stmola il bambino  a tornare nella posizione corretta. Un altro metodo efficace è quello per cui la madre è a terra, in ginocchio con le braccia appoggiate al pavimento; girando la testa di lato dovrebbe allargarsi il canale uterino. Anche in questo caso il feto avrebbe lo spazio necessario per capovolgersi e tornare in posizione cefalica, per poi procedere al parto naturale. Per le mamme che non volessero aspettare il giorno del parto, esistono metodi di medicina alternativa, quali l'agopuntura o la moxobustione detta anche "moxi", che consiste nel bruciare un cilindretto di atremisia (lo trovate in tutte le erboristerie), sul lato esterno del mignolo dei piedi, punto che per la medicina cinese corrisponde all'utero e alla vescica. Anche in questi casi lo scopo è quello di far fare la capriola al bambino, per consentire un parto vaginale in tutta sicurezza.
 
 
 
 

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