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Maternità e lavoro: i diritti delle mamme

 
Con l’evoluzione legislativa, anche la disciplina relativa alla maternità ha subito, nel corso degli anni, precise modifiche al fine di garantire un’adeguata tutela alle lavoratrici madri e una migliore assistenza ai bambini, principi fondamentali sanciti dalla Costituzione Italiana. I diritti delle mamme che lavorano, oggi, sono stabiliti dal Testo unico in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a cui si aggiunge la normativa introdotta dalla Riforma del Lavoro, ed in particolare dalla legge 92/2012. L’obiettivo delle norme è quello di aiutare le donne a non rinunciare al loro percorso professionale e quello di incentivare un maggiore coinvolgimento dei papà alla vita familiare. In quest’ottica s’inseriscono inoltre il provvedimento 221/2012 e la legge di stabilità del 2013. Ma quali sono gli strumenti concreti che la legge mette a tutela dei diritti delle mamme lavoratrici? Ecco un breve e coinciso elenco: • congedo maternità obbligatorio • astensione facoltativa • congedo per malattia del bambino • congedo per allattamento • divieto di licenziamento della mamma lavoratricecongedo paternità. Chi è tutelato? Sono tutelate dalla legge le lavoratrici che svolgono un’attività alle dipendenze di un datore di lavoro, privato o pubblico. Anche se ogni argomento meriterebbe un adeguato approfondimento, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sui provvedimenti più significativi. Il congedo di maternità obbligatorio stabilisce che la donna si astenga dal lavoro per cinque mesi. Chiamato anche astensione obbligatoria, è riconosciuto alla madre lavoratrice anche nei casi di adozioni e affidamenti di minori; non è previsto, invece, per le lavoratrici autonome assicurate alle relative gestioni Inps. Le lavoratrici dipendenti, inoltre, hanno diritto all’interdizione anticipata del congedo di maternità in caso di complicazioni di salute della gestante. L’astensione facoltativa, invece, da alle neo-mamme la possibilità di allungare il congedo maternità per un ulteriore periodo, non superiore ai 6 mesi, senza dover motivare tale decisione. Il congedo per malattia del bambino garantisce ai genitori il diritto di astenersi dal lavoro nel caso in cui il proprio figlio stia male, sia che si tratti di un problema grave sia che si tratti di una semplice influenza. Inoltre, durante il primo anno di vita del bambino, la mamma, se dipendente, ha diritto al permesso giornaliero per l’allattamento. La legge, infine, vieta al datore di lavoro di licenziare la lavoratrice dipendente, dall’inizio della gravidanza fino al compimento del primo anno di età del bambino e riconosce, alla stessa, l’indennità di maternità anche nel caso di dimissioni volontarie.
 
 
 
 

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