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Il Dna influisce il carattere?

 
Il Dna, o acido desossiribonucleico, è l'elemento principe per la formazione dell'essere umano. E' proprio grazie al Dna che si determineranno le caratteristiche del nascituro: colore degli occhi, carnagione, tratti somatici. Inoltre questa molecola racchiude in sè le informazioni riguardanti le malattie che eventualmente potrà ereditare dagli antenati. Pensate che durante la fecondazione, ogni informazione genetica viene immagazzinata nell'uovo e nello spermatozoo, combinandosi in forme praticamente infinite. Nella successiva Meiosi si formano le cellule figlie, che contengono la metà del numero di cromosomi presenti nella cellula madre, allineandosi in coppie omologhe; il concepimento inizia con l'incontro degli ovuli e degli spermatozoi, che con la loro combinazione, determineranno i differenti fenotipi. Sebbene i geni dominanti e recessivi spesso determinano i tratti fisici e caratteriali del bimbo, molti altri sono il risultato dell'effetto combinato di ereditarietà precedenti. Alla luce di queste considerazioni, sicuramente alcuni lati del carattere derivano dalla predisposizione genetica. Questo vale soprattutto per il tipo di indole e per la propensione ad alcune attività intellettive piuttosto che ad altre. L'essere umano però è talmente complesso che di certo non si può ridurre ad una semplice combinazione genetica. Per la maggior parte, il carattere si forma grazie al contatto con l'ambiente, con le stimolazioni che esso offre e con la vicinanza e il supporto delle figure di riferimento. E' stato dimostrato che nei primi tre anni è essenziale fornire al bimbo il maggior numero di stimoli positivi possibile, perché è proprio in questa fascia di età che il cervello umano è maggiormente ricettivo e pronto ad accogliere il mondo circostante.
 
 
 
 

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