I bambini possono venir assaliti da
ansie e paure giustificate dall'età e dai periodi di crescita, altre volte stimolati dai genitori stessi o di chi, comunque, si prende cura di loro. L'essere umano ha insito in sé l'
istinto di conservazione, ciò gli permette di provare stati di ansia o paura in situazioni di pericolo effettivo. Verso l'anno di vita
il piccolo manifesta le crisi ansiose chiamate "da distacco", dovute all'acquisizione della consapevolezza che la mamma, non è un parte di se stesso ma bensì, un essere completamente separato da lui. Il bambino sa di dipendere completamente dalla sua mamma, ciò da vita a stati di ansia erroneamente considerati "capricci", che si verificano nel momento in cui deve separarsi da lei. Oltre a questa paura, che considererei giustificata, tutte le altre ansie e paure che il bambino tende a sviluppare, sono causate da un
errato comportamento da parte di chi li accudisce o vive con lui (nonni, genitori, fratellini, cuginetti ecc).
Il bambino impara ad avere paura se noi abbiamo paura o gli infondiamo paura: difronte ad un temporale dimostriamoci tranquilli e lasciamogli ammirare la bellezza dei fulmini che si stagliano in cielo, allo stesso modo insegniamogli la "non paura" rivolta, ad esempio, verso i piccoli animali o gli insetti, facendoglieli conoscere con naturalezza. Non ci dimentichiamoci del fatidico uomo nero, degli zingari, o della paura del buio,
tutte ansie che vengono radicate nella mente del piccolo, spesso dai nonni, utilizzate un tempo come strumento per controllare i comportamenti e l'educazione, venivano proposti come delle vere e proprie minacce alla loro incolumità. Il bambino vedrà con occhi sereni tutto ciò che gli viene illustrato come "normale" e, svilupperà ansie e paure, per tutte quelle cose che gli verranno proposte come una minaccia o
fonte di pericolo.